16 Ottobre: Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Ottobre 16, 2024
Attualità
Istituita nel 1979 dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si celebra ogni anno il 16 ottobre, è considerata uno degli eventi più rilevanti e sentiti dell’ONU e ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni legate alla fame nel mondo, la promozione della sicurezza alimentare e il miglioramento della cooperazione economica tra i paesi, specialmente nei contesti più vulnerabili.
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Per l’occasione ogni nazione e comunità mette in campo iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica. Da conferenze e forum internazionali a progetti locali nelle scuole, fiere agricole, mercati a km zero e attività di volontariato, il coinvolgimento è globale e variegato; tutte le iniziative sono consultabili sul sito ufficiale della FAO qui.
Il tema scelto per questa 45ª edizione è “Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”.
Come sottolinea la FAO oggi quasi la metà della popolazione mondiale non assume le sostanze nutritive indispensabili per vivere e, in alcuni casi, sopravvivere. Di conseguenza, circa la metà della popolazione mondiale è esposta a elevate probabilità di ammalarsi, sviluppare malattie croniche o all’incapacità di poter condurre una vita attiva, a causa dell’impossibilità di accedere ad un’alimentazione adeguata, intesa come accesso a cibi nutrienti e sicuri.
In Italia il tasso di povertà alimentare è in crescita: oltre 5,7 milioni di persone vivono in povertà assoluta, con un aumento del 21% tra le famiglie numerose. Tutto ciò comporta un’alimentazione meno nutriente e un accesso limitato al cibo di qualità.La malnutrizione è ormai un problema che interessa tutti i paesi e tutte le classi socioeconomiche sia che si tratti di denutrizione, carenze di micronutrienti o sovrappeso e obesità.
Obiettivo Biodiversità: L’alimentazione vegetale, un aiuto concreto per raggiungerlo
La parola chiave per ogni ragionamento che voglia elaborare possibili soluzioni a questa situazione non può essere altro che biodiversità.
Una biodiversità messa oggi in pericolo su più fronti: allevamenti intensivi, sia di bestiame sia ittici, ma anche pratiche agricole non sostenibili e che favoriscono le monoculture.
All’interno di questo contesto globale, in cui è evidente la necessità di strategie politiche e internazionali per tutelare e rigenerare i sistemi agroalimentari, le scelte personali possono fare la differenza. Adottare un’alimentazione vegetale non solo aiuta a ridurre la pressione sulle risorse naturali, ma rappresenta una scelta etica e sostenibile per il pianeta. È risaputo, infatti, che la produzione di carne contribuisce in modo significativo alla deforestazione, alla degradazione del suolo e alla perdita di biodiversità, compromettendo l’equilibrio degli ecosistemi. Secondo Our World in Data, un’alimentazione a base vegetale ridurrebbe il fabbisogno agricolo globale da 4,1 miliardi a 1 miliardo di ettari, permettendo di liberare il 75% del suolo attualmente utilizzato per l’allevamento. Ciò non solo proteggerebbe gli ecosistemi, ma contribuirebbe a ripristinare vasti territori e a contrastare i cambiamenti climatici. Questo recupero del suolo è uno dei benefici tangibili e immediati di una transizione globale verso un’alimentazione vegetale.
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Ma come possiamo ridurre le emissioni e stabilizzare il clima?
Il settore zootecnico è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, contribuendo in modo significativo all’innalzamento delle temperature globali. Uno studio pubblicato su PLOS Climate ha dimostrato che, eliminando gradualmente l’agricoltura animale, potremmo ridurre fino al 68% delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Questa transizione è fondamentale per stabilizzare i livelli di CO2 nei prossimi 30 anni e combattere efficacemente il cambiamento climatico. La produzione di carne, in particolare, è una delle attività a più alto impatto ambientale, e ridurne il consumo avrebbe effetti immediati sulla qualità dell’aria e sul futuro del pianeta.
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Possiamo davvero sfamare più persone con meno risorse?
Un altro vantaggio chiave di un’alimentazione plant-based è la sua capacità di ottimizzare le risorse alimentari. Attualmente, enormi quantità di cereali e acqua vengono utilizzate per nutrire il bestiame, risorse che potrebbero essere destinate direttamente all’alimentazione umana. Questo spreco alimentare rallenta il progresso verso un sistema alimentare più efficiente e accessibile. Attualmente, il 77% del cibo prodotto viene utilizzato per nutrire il bestiame, mentre solo il 19,2% è destinato direttamente al consumo umano. Eliminare il passaggio della produzione di carne potrebbe migliorare la distribuzione del cibo, rendendo più facile sfamare la popolazione mondiale, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale.
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Impact Food: Un Esempio di Sostenibilità Concreta
Impact Food si impegna a rendere l’alimentazione sostenibile una scelta gustosa e accessibile per tutti. Ogni pasto a base vegetale che scegli non solo riduce l’impatto ambientale, ma ti permette di godere di piatti deliziosi, sapendo che stai contribuendo a un futuro più sostenibile.
I nostri prodotti plant-based sono il modo perfetto per combinare gusto e sostenibilità. Scegliere Impact Food significa fare una scelta consapevole, senza compromettere il piacere di mangiare prodotti di origine animale, ed evitandone al tempo stesso l’impatto negativo sull’ambiente.
Adottare un’alimentazione plant-based non è solo una scelta personale, ma un contributo concreto verso un futuro sostenibile. Ridurre l’uso di suolo, abbattere le emissioni di gas serra e migliorare l’efficienza delle risorse alimentari sono solo alcuni dei benefici di questa evoluzione. Con Impact Food e il sostegno a un’alimentazione a base vegetale, possiamo fare la nostra parte per proteggere il pianeta, un pasto alla volta.
Fonti: