Biologico. Miti, realtà e consapevolezza per una scelta veramente sostenibile

Novembre 8, 2024

Attualità


Sfatiamo i miti sui prodotti biologici: salute e sostenibilità a confronto

Negli ultimi anni, i prodotti biologici hanno raggiunto una posizione di rilievo nel mercato, grazie alla percezione diffusa che siano più sani, sostenibili e prodotti in modo etico. Questa tendenza si spiega anche con l’attenzione crescente che i consumatori riservano alla sostenibilità, alla salute e all’impatto ambientale. Tuttavia, non sempre il biologico corrisponde esattamente all’idea comune che ce ne siamo fatti. Esploriamo qui i principali miti diffusi sui prodotti biologici e vediamo perché è importante conoscerli per fare scelte alimentari davvero consapevoli e sostenibili.

una coltivazione di fragole in una serra

Foto di Erich Westendarp

1. Il Biologico è sempre più sano

Un’idea diffusa è che i prodotti biologici siano automaticamente più sani rispetto a quelli convenzionali. Sebbene l’agricoltura biologica eviti pesticidi sintetici, OGM e additivi chimici, ciò non garantisce livelli di nutrienti superiori. Studi condotti, come quelli dell’Università di Stanford e del *British Journal of Nutrition*, dimostrano che i profili nutrizionali di prodotti biologici e convenzionali sono molto simili. La qualità nutrizionale dipende di più da fattori come la qualità del suolo, le tecniche agricole e la freschezza dei prodotti. La minore esposizione ai pesticidi è certamente un vantaggio del biologico, ma non si traduce automaticamente in un valore nutrizionale superiore.

2. Il Biologico è sempre meno inquinante

Si pensa spesso che il biologico abbia un impatto ambientale minore. Sebbene promuova la biodiversità e riduca l’uso di sostanze chimiche sintetiche, non è privo di costi ambientali. La coltivazione biologica tende a produrre meno per ettaro, richiedendo più terra per la stessa quantità di cibo. Questo può portare a una maggiore deforestazione e a un impatto sugli habitat naturali. Inoltre, l’uso di pesticidi naturali non è sempre efficiente: spesso occorrono quantità maggiori che possono influenzare gli ecosistemi locali. 

La carne biologica è un ottimo esempio di come “biologico” non significhi automaticamente “più sostenibile”. Sebbene gli allevamenti bio rispettino regole più rigide su benessere animale e mangimi, non sono esenti da impatti ambientali. Anzi, il ciclo di produzione biologico della carne richiede spesso più risorse, poiché gli animali crescono più lentamente e hanno bisogno di più spazio. Questo può implicare un uso maggiore di terra e acqua e una produzione di gas serra simile agli allevamenti convenzionali.

Analogamente alle colture biologiche, anche la carne bio pone sfide dal punto di vista dell’efficienza ambientale. Gli allevamenti, infatti, contribuiscono alle emissioni di gas serra, e il maggiore fabbisogno di terra per la produzione biologica può spingere verso la deforestazione o ridurre l’habitat naturale di altre specie. E proprio come accade con l’uso dei pesticidi naturali per le piante, anche le pratiche bio per gli allevamenti non sempre garantiscono un impatto ecologico ridotto.

Foto di Aamir Mohd Khan

3. Il Biologico è sempre locale

Molti immaginano il biologico come sinonimo di agricoltura locale e su piccola scala, ma non è sempre così. Con la crescita del settore biologico, anche le grandi aziende hanno investito in questo mercato, con prodotti spesso importati da altri Paesi. Se si desidera sostenere l’agricoltura locale, una buona alternativa è acquistare da mercati agricoli locali o aderire a programmi di agricoltura sostenuta dalla comunità (CSA). In Italia, ad esempio, si possono trovare progetti come *Semi di Comunità* a Roma o *Arvaia* a Bologna, che offrono alimenti coltivati localmente e favoriscono la partecipazione attiva dei membri. Sul sito della Rete Italiana delle CSA è possibile esplorare altre realtà locali e comprendere meglio la loro filosofia.

4. Il Biologico è sempre etico

L’espansione dell’industria biologica su larga scala ha portato con sé una serie di questioni etiche. Spesso si associa il biologico a migliori condizioni di lavoro e a pratiche etiche, ma questa non è sempre la realtà, specialmente per i produttori su larga scala. La certificazione biologica non considera infatti aspetti come salari equi, benessere animale o uso sostenibile dell’acqua. Come accade per i prodotti convenzionali, anche il biologico su larga scala può affrontare problemi legati allo sfruttamento dei lavoratori e all’impatto ambientale. Per chi cerca opzioni etiche, è utile verificare altre certificazioni specifiche e informarsi sulla filiera produttiva.

Consapevolezza e informazione: le etichette che contano davvero 

Come orientarsi quindi in un mercato alimentare sempre più complesso, in cui è facile associare il biologico a ideali di salute, sostenibilità ed etica, ma che spesso però richiede una valutazione più ampia? Sebbene l’agricoltura biologica abbia i suoi vantaggi, non rappresenta una soluzione universale ai problemi della produzione alimentare. Per fare scelte alimentari realmente sostenibili, è essenziale considerare fattori come la stagionalità, l’origine locale, le certificazioni etiche e l’impatto ambientale complessivo. 

In definitiva, la vera sostenibilità risiede nella conoscenza: comprendere meglio il biologico, i suoi vantaggi e limiti, ci consente di fare scelte alimentari consapevoli che sostengono il pianeta e promuovono un sistema alimentare più equo e sostenibile.

Al contempo, scegliere di ridurre o eliminare il consumo di carne rappresenta una delle azioni più impattanti per diminuire l’impronta ecologica personale. È provato, infatti, che una dieta prevalentemente vegetale richieda meno risorse e contribuisca a ridurre significativamente le emissioni di gas serra. Guardare oltre l’etichetta biologica e adottare abitudini alimentari meno centrate sulla carne è una scelta concreta per chi desidera un impatto positivo e duraturo sul pianeta.

Fonti:
Fondazione Umberto Veronesi
Agriregionieuropa
ISPRA
reteitalianacsa.it
Ok Salute